Non si muore, si nasce due volte. L’ora della nostra nascita

Una tomba
è troppo piccola
per contenere il mio amore.
Risorgerò!

Con questa frase termino il libro, radicalmente riveduto rispetto alle precedenti edizioni, snellito nelle parti teologiche e arricchito in quelle autobiografiche. Nascere e morire. Inizio e fine. Alfa e omega. E il ponte che unisce queste realtà è quell’ “amore più forte della morte” di cui parla il Cantico dei Cantici. Amore che nessuna tomba può imprigionare. Amore che genera alla prima vita e che proietta nella vita che non avrà mai fine. Amore che dà un volto al pianto iniziale e finale della vita umana: il pianto del bambino e l’ultima lacrima del moribondo sono salutati come inizio di vita. E l’ultimo sospiro sulla terra è cantato come il primo sorriso nel cielo. Infatti c’è una sola vita: dal seno della madre, al seno della madre terra. Il corpo mortale è plasmato, trasformato. Diventa un corpo spirituale, chicco di frumento posto nel terreno, per dare vita a nuovi frutti.

Questo libro vuole essere un inno alla speranza, virtù che aiuta a “vedere la spiga là dove gli occhi mortali vedono solo un grano che marcisce” (Primo Mazzolari). Un inno a Dio che non ha creato la morte: Lui, il Signore della vita, vuole ogni vivente partecipe del suo amore. E’, altresì, un inno alla morte, descritta già dall’introduzione come una bella sposa, vestita di bianco, che mi visita nei sogni e m’invita a narrare agli altri le mie esperienze di morte, non per rattristare l’umanità, ma per aiutarla ad innamorarsi della vita: “ Ama oggi, domani potrebbe essere troppo tardi…” Non aspettare la morte per esprimere con le lacrime : “Ti amo”.

In questo libro si troveranno molti riferimenti ai poeti di varie culture che fissano il loro sguardo sulla morte. Pure io cerco di trattarla con uno stile ed uno spirito poetico, perché se di questa realtà la ragione è scandalizzata, non sempre lo è il cuore, le cui ragioni meglio della nuda intelligenza intuiscono quel Dio che è illogico per amore.

Per la parte teologica: dopo aver considerato la morte nell’Antico e nel Nuovo Testamento, parlo dell’ “opzione finale” del morire, “come l’atto più libero dell’umana esistenza”, della recente teoria del “tunnel di luce”, dell’accompagnamento ai morenti e a quanti soffrono per la dipartita di una persona cara.

Ma la parte più caratteristica, perché personale, è la prima, là dove parlo della mia crisi e dell’esperienza di fede, al cimitero, davanti alla tomba di mia sorella Elisa tornata al Padre a 26 anni dopo il parto del suo secondo figlio. Il dolore indicibile per la morte del nipotino Fabio, a otto anni. La pacata accettazione della morte di papà, il cui funerale fu vissuto in un clima mistico quasi come le veglie funebri alle quali più volte ho assistito in diverse parti dell’Africa… Il testamento spirituale del papà morente diventa uno dei più grandi messaggi che propongo a se stesso e ai lettori: “Staccatti! Sta aggrappato a Dio”. In Lui non si può “essere tristi come quelli che non hanno una speranza”.

Questo categorico: “Staccati!” mi ha suggerito la preghiera con la quale termina il capitolo autobiografico; preghiera che da alcuni anni gira su cartoncini, tradotti in varie lingue: “Perché piangi?”. La riporto come significativa sintesi di un libro adatto a chi vuole innamorarsi della vita, per i preti che devono assistere i morenti e i familiari dei defunti, per i medici sfidati dalla richiesta dell’eutanasia, e… per quanti, prima o poi, dovranno affrontare l’ora della vera nascita.

Perché piangi?

Signore, aiutami a capire
che non devo continuare a piangere
coloro che vivono presso di te.
Essi hanno già
Ciò a cui io aspiro.
Vedono e toccano
Ciò che per me è pura speranza.
Sono immersi in quell’amore
Nel quale desidero perdermi.

Vivi nella bellezza
che non svanisce più,
immersi nella gioia
che nessun male offusca,
fa’, Signore, che i miei morti
mi conducano a te,
mandino scintille e lucciole
per guidarmi verso il regno di luce.

Concedimi il dono
Di sentire il respiro dei morti,
Di percepirli come i veri viventi,
D’incontrarli ancora quando avrò vinto
La morte con la morte.
Rivestito di luce, ombra del divino,
Inondata di gioia,
Riflesso del tuo amore,
Per tutta l’eternità
Proclamerò con loro
La tua misericordia.

  • Autore: Valentino Salvoldi
  • Titolo: Non si muore, si nasce due volte. L’ora della nostra nascita
  • Editore: Edizioni Messaggero
  • Dati: Padova, 2007
  • ISBN #: 978-88-250-1634-5