Ponte Nossa, Venerdi 18 Aprile

"Se questo è un Dio". "Se questo è un prete"

Nel liceo scientifico di Alzano Lombardo (Bergamo) si tengono lezioni autogestite. Tantissime le opportunità offerte agli studenti: la modernità, i mass media, film, arte, musica, danza…E tra le possibilità ecco introdotta la teologia e io sono invitato come relatore a parlare del Dio illogico per amore. Titolo: “Lui, Amante, Amato , Amore. E tu?”. C’era da aspettarsi che pochi adolescenti partecipassero a quell’incontro. Invece, sia perché c’è sete di Dio, sia perché la pubblicità è stata all’altezza dei moderni canoni mass mediatici, ci sono molti studenti, interessati, attenti, motivati. Una decina tra gli studenti ha partecipato ai miei campi scuola: il loro entusiasmo è stato contagioso. I giovani salvano i giovani.

Puntando sul metodo della teologia narrativa, parlo di me, prima confessandomi pubblicamente e poi mostrando la strada che vorrei percorrere per proporre un Dio che si racconta e si fa storia, indicando varie strade per arrivare a lui. Ogni epoca deve fare un tentativo per riscrivere i volti di Dio: lui si è incarnato in un preciso momento storico. Perché l’ha fatto? Forse perché il Padre non riusciva a farsi capire dagli essere umani, allora il Figlio si è fatto uomo, uno di noi, per raccontarci Dio e per incoraggiarci a raccontarlo in ogni epoca, con termini a noi accessibili, secondo la nostra cultura, il nostro linguaggio, le nostre aspettative, le nostre povertà.

Si è fatto storia per divinizzare anche questo nostro tempo e per dirci che possiamo incontrarlo ovunque, non relegandolo solo al sacro e alla religione, ma cercandolo nell’intimo di noi stessi, nei nostri sogni, nelle nostre esperienze d’amore.

Tornato a casa, ricevo una telefonata di una partecipante all’incontro che così mi sfida: “Se Dio è buono, perché permette il male?”. Il male al quale la ragazza si riferisce riguarda il fatto che ci siano dei bambini che muoiono di fame: “Se è vera la statistica che hai portato, perché nessuno ce ne parla? Se noi siamo così indifferenti possiamo considerarci migliori dei nostri antenati? Quelli almeno non sapevano…”.

Devo confessare che sono rimasto molto sorpreso al sentire che nessuno – eccetto i ragazzi che conoscevo – sapeva quanti bambini muoiono di fame ogni minuto, mentre mi hanno sparato un cifra pazzesca su quelli che la Chiesa avrebbe ammazzato durante il periodo dell’inquisizione: “Qualche centinaia di milioni”, ha detto un ragazza. Un altro: “Il cinque per cento dell’umanità”. Non è tutta colpa loro questa ignoranza, ma gravemente colpevoli sono quanti continuano a screditare la Chiesa. La storia registra ufficialmente un centinaio di casi di persone ammazzate durante l’inquisizione. Fatto gravissimo, ma sono un centinaio, non cento milioni!

Alla mia interlocutrice rispondo che Dio è la prima vittima dei mali del mondo. “Anche Dio è infelice”. E mentre suo Figlio muore in croce – nel film di Mel Gibson – Dio lascia cadere dal cielo la sua grossissima lacrima. Lui ha fatto il possibile per credere nell’uomo. Gli ha dato il potere d’essere libero, liberante e creatore.

“Contro i mali del mondo – quante volte l’ho ripetuto – Dio ha fatto te”.

Ora la ragazza ribadisce: “ Cristo sì, ma la Chiesa no: soprattutto non accetto il Dio presentato dai preti”. Lei non va più a messa perché, sentendo il parroco, si è convinta che lui stesso non conosca Dio. Per un po’ si è scandalizzata : “Se questo è un Dio!”, ma ha continuato a pregare. Poi si è arresa: “Se questi sono i preti…”.

“Se questo è un Dio”. Questo è il Dio che amo: l’illogico per amore, si fa storia, si fa debole, si fa uomo. E accetta tutte le conseguenze dell’essere uomo per farci capire che con questi mezzi terreni arriviamo al cielo.

“Se questo è un prete”. Anche lui, come Cristo, è soggetto alla legge dell’incarnazione: Dio non ha scelto gli angeli… Ha scelto me, con il mio limite, con il mio peccato per il quale piango e prego ogni giorno. Ha scelto Pietro che lo rinnega tre volte. Giuda che lo tradisce, i Dodici che –eccetto Giovanni, dopo il ripensamento- lo lasciano morire in croce completamente solo. Ha scelto di stare con i peccatori, dicendo a chi si riteneva giusto: “Chi è senza peccato, scagli la prima pietra”.

Il prete… lo fa sublime la sua originaria scelta di essere un dono per tutti, la sua consacrazione alla felicità umana, la sua determinazione di essere l’uomo di tutti e per tutti strumento di pace, plenipotenziario del Principe della pace, la sua coscienza che farsi sacerdote “non significa mettersi una divisa fuori, ma un tormento dentro”(F. Boy), accettando di diventare “il ministro della pazienza di Dio” (B. Marshall), disposto ad essere “il più amato e il più odiato degli uomini, il più incarnato e il più trascendente, il fratello più vicino e l’unico avversario” (E. Suhard). E la sua grandezza consiste nel “lusso di poter amare tutti” (T. de Chardin). E’ un uomo che rinuncia a fare l’amore per essere amore, ministro di un Dio che si definisce Amore.

Solitamente la gente non apprezza abbastanza l’uomo di Dio: lo aspetta al varco dei suoi limiti per condannarlo e lasciarlo solo. Quanti pregano per lui? Chi si accorge delle sue lacrime, della sua solitudine? Chi si rende conto che lui , dopo aver parlato tutta la domenica d’amore, celebrato tre messe, confessato e incoraggiato i delusi, rincasa solo, senza che una persona gli prepari una scodella di minestra?

Chi gli fa una correzione fraterna? Chi si propone per fare catechismo, aiutarlo nell’omelia, dargli una mano nella pastorale parrocchiale?

Io ringrazio quei preti che “passano accanto alle persone facendo del bene”. Grazie per il silenzioso lavoro fatto in ambienti dove è facile sentire la solitudine istituzionale. Grazie per la disponibilità data a tutti di essere sempre al servizio di una comunità che si aspetta tutto dal prete, così come i figli che danno per scontato che i genitori siano sempre disposti a rispondere ad ogni loro bisogno.

E prego il Signore per loro ministero: possano essi continuare il loro lavoro con quanti sono stati storditi dal benessere materiale, in questa nostra società sempre più secolarizzata. Possano essi accogliere tante persone che li valorizzino come ministri dell’eucaristia e della riconciliazione ( tutto il resto può e deve essere fatto dai laici). Prego anche perché il loro esempio susciti non solo sacerdoti, ma anche missionari laici affinché continuino la testimonianza di fede della nostra generazione, nelle giovani Chiese, tanto bisognose di ogni aiuto, soprattutto in Africa.

Li benedica il Signore, assieme a tutti quelli che essi amano, affinché siano riconosciuti come padri, fratelli, amici, uomini della festa, consolatori, guida verso quel Regno che già è abbozzato nel nostro cuore e che sarà oggetto della nostra pace, là dove la gioia non avrà mai fine. Là capiremo il volto positivo dell’espressione: “Se questo è un Dio”e, in ginocchio, adoreremo l’affascinate mistero del Padre che ci vuole salvi, scegliendo non angeli, ma peccatori, “perché eterna è la sua misericordia verso di noi”.

Valentino