Certa sarà la sua, la nostra resurrezione

Certa sarà la sua, la nostra resurrezione
 
Non sigilla il cuore e le speranze di Maria
quella pietra rotolata sulla bocca del sepolcro
ove giace l’Autore della vita.
Sola,
abbracciando la fredda tomba,
la Madre guarda alla nuda croce
consacrata dal sangue di suo Figlio.
 
Nell’ora del silenzio 
vede avanzare Giuda
che disperato depone la sua borsa,
vuota come il suo cuore,
ai piedi della temuta croce.
Il suo sguardo si perde lontano
nel plumbeo cielo non privo di un segno:
una tenue lama di luce rossa
su quella Palestina il cui tramonto
è gioiosa alba su terre lontane.
 
E mentre Giuda corre al suo destino,
avanza Pietro,
inondato di lacrime
per quel tradimento: «Non lo conosco».
Stringe e accarezza il legno insanguinato
che vorrebbe lavare con le sue lacrime.
Lacrime, sangue e ancora tante lacrime
per non aver creduto al Maestro:
«Prima che il gallo canti…».
Ma lo consolano il ricordo
del misericordioso sguardo di Cristo
e la certezza del perdono che scaturirà
dalla sconcertante domanda: «Pietro, mi ami?».
 
Ora arriva anche Nicodemo:
espulso dal sinedrio per la sua fede nel Messia.
Finalmente esce dalla notte
e, abbracciando la croce,
simbolo di maledizione,
si sente beato
rinascendo di nuovo, dall’alto.
 
E mentre giungono Giuseppe d’Arimatea,
Zaccheo, il Cireneo
e quanti in Cristo hanno sperato,
verso tutti corre la Vergine Madre
a tenere viva la speranza:
«Coraggio, figli miei, non piangete!
Oggi è stato cancellato l’antico peccato.
Oggi sono diventata vostra madre.
Oggi con gioia a tutti grido:
certa sarà la sua, la nostra resurrezione».

Valentino