... E noi abbiamo creduto nell'amore

Quando benedico l’amore nuziale dei miei amici, non esito a citare S.Paolo: «Voi che siete sposati, vivete come se non lo foste». Con questa frase l’Apostolo intende mettere in risalto che, per il cristiano, Dio deve stare al primo posto, prima del coniuge e dei figli. Fa capire che il vero sposo è Cristo. Invita gli sposi a quella distanza necessaria per non soffocarsi a vicenda, ma lasciare che tra i due danzino i venti: le corde della chitarra suonano solo se sono distinte, separate l’una dall’altra…

Reputo che tanti giovani avrebbero meno paura di sposarsi se vivessero il rapporto con il partner in modo più semplice, più rilassato e più animato da quella fede che fa sperimentare la verità dell’intuizione di S.Teresa di Lisieux: «Tutto è grazia».

A Valencia (Spagna), nel luglio 2006, attraverso le famiglie, Benedetto XVI, “custode della vita”, ha lanciato un messaggio di speranza al mondo. Con le sue parole e con la sua stessa presenza il Santo Padre ha voluto incoraggiare ogni persona, di ogni cultura, provenienza ed età anagrafica, ad avere il coraggio di vivere oggi, nel contesto di un mondo sempre più secolarizzato, la fede in Gesù Cristo, nel cuore della Chiesa. Andando anche controcorrente, se necessario. Il messaggio di speranza del Papa è stato accolto con entusiasmo e con consapevole responsabilità dalle famiglie cristiane che vogliono vivere con fede la loro missione di testimonianza e di evangelizzazione.

Con questo spirito ho scritto «…E noi abbiamo creduto nell’amore. Famiglia, fondamento di civiltà» (Elle Di Ci, Velar e Incontro matrimoniale, 2006), per incoraggiare giovani e adulti ad avere fiducia nell’istituto matrimoniale. Se vogliamo salvare il seme dell’uomo sulla terra, dobbiamo salvare la famiglia. E presento la famiglia come palestra di serenità, ammortizzatore dei mali sociali, piccola Chiesa, culla in cui si salvano i valori del cielo e della terra.

In un momento in cui aumentano le critiche contro le nuove tendenze a creare un tipo di famiglia contraria alle leggi naturali ed ecclesiastiche, rifuggendo da ogni polemica, porto avanti un discorso decisamente positivo. Mostro la bellezza dell’esistenza, dell’amicizia, dell’amore, del matrimonio. Illustro la parabola della vita: meravigliosa nelle sua origine, affascinante non solo quando l’amore è allo stato nascente, ma anche quando si consolida con il passare degli anni; provvidenziale anche nel momento della prova.d

E pure quando l’amore è apparentemente «morto», indico come si potrebbe cercare di farlo rivivere. Suggerisco la possibilità di restare fedeli all’amore tradito. Fedeltà all’amore spezzato.

Nella prefazione, l’arcivescovo Angelo Comastri afferma: «Valentino Salvoldi ha scritto pagine limpide, positivamente provocanti ed evangelicamente ispirate per accompagnarci a riscoprire la famiglia come luogo in cui si trasmette e si insegna ‘l’alfabeto dell’amore’, che è il fondamento ineliminabile di ogni avventura umana e di ogni autentica civiltà. Il libro è costellato di intuizioni e di racconti affascinanti: si sente che è nato dalla vita, è vivificato dall’esperienza ed è continuamente vivificato dal Vangelo. Sono certo che, prendendo in mano queste pagine,una famiglia può rispecchiare la propria situazione, può avviare un dialogo e un confronto, può riprovare il gusto e la garanzia del cammino, può riprendere la nota alta dell’amore, che si canta in mille modi ma con una sola melodia: donare, anzi, donarsi…come Dio, il Maestro unico dell’Amore».

Con questo libro intendo elevare un inno alla vita, basandomi sulla parola di Dio, sulla sapienza del antichi ( «La solidità di un popolo dipende dalla solidità dei focolari» – Confucio) e sulla saggezza popolare: «Il valore del matrimonio non sta nel fatto che gli adulti generano i bambini, ma che i bambini generano gli adulti». Pure la Bibbia afferma che i bambini vengono al mondo per rigenerarlo. Quindi «il cuore dei padri deve convertirsi al cuore dei figli».

Parlo della famiglia io che sono celibe…Pur non essendo sposato, vivo il più possibile nella mia famiglia. Sono tutt’ora figlio, fratello e «padre», in quanto cerca di dare ad alcune persone un motivo per vivere in modo ludico e significativo valori umani e divini. Non è tanto uno sperma che ti fa padre, quanto la tua capacità di dare a qualcuno un motivo per vivere. Non a casa la Bibbia e i Padri della Chiesa, quando parlano del Verbo divino, non esitano a qualificare il Logos (Parola) con l’aggettivo «spermaticos»: più fecondo del seme vitale è la Parola che dà un motivo alla vita, all’amicizia, all’amore, al matrimonio, sacramento grande e affascinante per chi alla sua base pone Cristo.

  • Autore: Valentino Salvoldi
  • Titolo: ... E noi abbiamo creduto nell'amore
  • Editore: Elledici - Editrice Velar
  • Dati: 2006 Gorle(Bg)
  • ISBN #: 88-01-03401-6