Ponte Nossa, 7 Settembre 2010

L’amore crocifigge e corona

Fin dalla prima adolescenza mia nipote Maria Rosa ha goduto di anticipi di fiducia da parte della “famiglia estesa”. Fiducia che non fu posta invano. Con me ha girato il mondo, aiutandomi a vederlo con occhi da ragazza e da giovane. E ora che ho i capelli bianchi, lei mi dà anticipi di fiducia per evitare che mi rassegni a non capire la storia, i cambiamenti sociali e i fatti culturali.
Dal Sud Africa mi ha portato un DVD in inglese che non avrei visto tutto, né capito senza la sua insistenza a guardarlo fino alla fine e senza la sua spiegazione: “Pay it forwaed”. E’ la storia di un dodicenne che, molto provato dalla vita, sviluppa un sogno di poter cambiare il mondo aiutando gratuitamente tre persone, con lo scopo che ognuna di esse faccia altrettanto.
Bello, ma molto triste. Il ragazzino non vedrà tutto il bene da lui fatto, né il movimento di solidarietà da lui iniziato. Pagherà con la vita la fedeltà al suo sogno, al suo ideale.
Chi non accetta la sofferenza e l’ingratitudine, non deve iniziare a fare del bene e ad amare… Bontà e amore crocifiggono mentre incoronano.
“Pay it forward”. Paga in anticipo, paga per primo, gratuitamente aiuta qualcuno, senza aspettarti altro che il gusto di fare del bene, perché solo a questo prezzo si ribalta il mondo, creando una catena di solidarietà.
Per cercare di lenire il dolore che attanaglia il ventre di tante persone non c’è alternativa al prezzo pagato da Cristo: “Egli ci ha amato per primo e ha dato la sua vita per noi”.
Ci ama e ci rivela una cosa sconvolgente durante l’ultima cena (cfr. Giovanni 17) : il Padre ama i discepoli come ama lui stesso. Gesù ha davanti a sé dodici persone che non l’hanno capito e che tra poche ore lo abbandoneranno. Pietro lo tradirà tre volte, cioè totalmente. Giacomo e Giovanni ambiscono sedersi alla destra e alla sinistra del trono del Messia trionfante. Tommaso è tormentato dai dubbi. Filippo vuol vedere il Padre, non scorgendolo nel volto di Cristo. Tutti discutono chi sia il più importante nel Regno. E Giuda ha in mano i trenta denari guadagnati vendendo quel Maestro che tradirà, baciandolo sulle labbra. A queste persone Gesù dice: “Il Padre vi ama, come ama me”.
E’ difficile amare una persona giusta, bella, attraente, simpatica e intelligente perché l’amore – ogni amore – è sempre messo alla prova e prima o poi conosce la stanchezza, l’abitudine e il tradimento. Ma se è difficile amare il giusto, come si può amare un peccatore? E in più il Maestro mi dice che per lui ha un amore di “predilezione”, vale a dire, basato sui suoi bisogni e non sui meriti. Perché così ci ama Dio? Perché dall’eternità ha scommesso su quell’amore che gli ha fatto dire: “I pay it forward”. Ci ha dato il massimo degli anticipi di fiducia, espressa ora in quelle braccia spalancate, inchiodate alla croce.
Durante il corso di formazione che ho tenuto nel corso dell’estate, ho condiviso queste idee con i formatori del clero zambiano. Non li ho invitati a pagare per gli altri, perché ho toccato con mano il nulla spinto nel quale sono abbandonati e la miseria nella quale vivono. La maggior parte dei preti deve lavorare in campagna o come tassista per poter sopravvivere. La colletta in chiesa, alla domenica, rende circa cinque dollari, due manioche, tre o quattro bottiglie d’acqua e un casco di banane. Ai preti ho chiesto di amare se stessi, come condizione per poter continuare a voler bene agli altri.
Assalito dai loro problemi, al tramonto voglio restare un momento solo e mi immergo nel nulla di un miserabile villaggio. Sto pregando. Il cielo si fa all’improvviso scuro. Accelero il passo per ritornare in seminario. Inavvertitamente sto mettendo il piede su un lungo serpente che si rizza, mi guarda, sibila e guizza nella foresta… Un altro anticipo di fiducia da parte di Dio. Ancora una volta lui paga per me. “Fino a quando, Dio? Fino a quando?”.

Valentino